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sabato 18 ottobre 2014

Post 12. Le pesche, il nomadismo e l'industria

CENNI STORICI DELLE PESCHE NELL'ITALIA ANTICA

L'uso della frutta come alimento ha origini molto antiche nella storia dell'umanità, in quanto essa ha senza dubbio costituito uno degli elementi fondamentali dell'alimentazione umana fin dall'epoca delle prime popolazioni nomadi, che basavano la loro sopravvivenza sui prodotti della terra e sulla caccia.
Con l'origine dell'agricoltura, la coltivazione delle piante da frutto ha poi acquisito sempre maggiore importanza, determinando, già da tempi remoti, il perfezionamento di numerose tecniche colturali.
L'arte della frutticoltura è trattata diffusamente in opere di Catone e di Varrone, così come da Columella, che descrive dettagliatamente l'incremento della coltivazione di alberi da frutto avvenuto nella sua epoca.

Il pesco arrivò a Roma nel I secolo d.C. e dopo la spedizione in Persia di Alessandro Magno si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo.
Successivamente, i viaggi d'esplorazione, la crescita degli scambi commerciali con l'Oriente e la scoperta dell'America hanno anch'essi offerto un grande contributo alla conoscenza, all'utilizzo e alla coltivazione delle pesche ed altri numerosi tipi di frutta, e molte specie dal Nuovo Mondo raggiunsero l'Europa, e viceversa.

Se confrontiamo i reperti trovati nelle aree archeologiche vesuviane con l’elenco di cibi e bevande riportati nella letteratura classica, non riusciamo a distinguere in maniera chiara tra alimenti e medicinali.
Le pesche che compaiono quotidianamente sulle nostre tavole, in epoca romana erano presenti anche nelle farmacie di casa.

La tradizione di usare piante alimentari per curare malattie si è protratta del resto nel tempo, tanto da essere ancora viva nella medicina popolare dei nostri nonni e talora si è conservata intatta fino ai nostri giorni.
Questa commistione tra cibo e medicina del resto perdura nelle comunità primitive o in quelle tanto povere da non poter accedere all’acquisto di medicinali.

Leggendo quindi le antiche ricette e confrontandole con quelle attuali talvolta si rimane sorpresi per l’uso di ingredienti, che appaiono lontanissimi dalle nostre abitudini alimentari, altre volte invece per la straordinarie continuità.
Appare quindi interessante mettere a confronto ricette distanti duemila anni per registrare convergenze e divergenze in fatto di ingredienti e di gusto.

Le pesche, che Apicio usava come antipasto, furono all’inizio importate come specie a fini farmaceutici e tra le pesche il primato è delle duracine.
Questo frutto innocuo, ricercato per i malati, lo si è pagato fino a 30 monete il pezzo, più di ogni altro frutto, fatto che deve sorprendere, perché nessun altro è più effimero. Infatti, un’ attesa di due giorni dopo la sua raccolta è già il massimo e se ne impone lo smercio. (Plinio, XV, 11).

Mentre oggi il prezzo di un chilo di pesche nettarine pagato ai produttori è di appena 20 centesimi, mentre sui banchi del mercato lo stesso chilo è a non meno di 2,50 euro per il consumatore.
Oggi ci vogliono 6 chili di pesche per pagarsi un caffè al bar!”

Il mercato delle pesche nettarine è in crisi e vive una situazione disastrosa, insostenibile per le aziende soprattutto piemontesi. Dopo un avvio di campagna caratterizzato da prezzi medio-bassi, in questo ultimo periodo stiamo assistendo ad un vero e proprio crollo delle quotazioni di pesche e nettarine che sono ormai almeno del 40% al disotto dei costi di produzione.

Nella produzione industriale le diverse varietà di pesche vengono utilizzate per produzioni differenti: nel mercato alimentare abbiamo pesche sciroppate, the, confetture, succhi di frutta, jogurt, gelati, bevande; per la cura del corpo abbiamo shampi, creme, maschere di bellezza, bagnoschiuma, profumi.


Sai chi sono i più famosi produttori industriali?
apri il link per saperne di più: http://s184606.blogspot.it/2015/01/post-30-prosopografia.html




Bibliografia

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/etastorica/roma/articoli/ricettario.html 

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/etastorica/roma/index.html



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